CEFALONIA Κεφαλλονιά Contrappunto lieve

PREMESSA: Un progetto dell’ANRP, con la Direzione Artistica di Francesca Pietracci, ha portato 52 artisti da tutto il mondo a lavorare a Cefalonia. In tre momenti memorabili abbiamo assorbito quel dolore. Prima con una lunghissima tela, posta sulla piazza, dove tutti noi abbiamo dato un contributo, poi con l’esposizione al palazzo di Argostoli e infine con i lavori sulle sedie che ci sono state donate dalle persone del luogo. Il fato ha voluto che a me la donasse una partigiana di nome Vasiliki Alissandratu (Koula) che durante il massacro degli italiani, ha salvato diversi nostri uomini nascondendoli nella sua cascina di campagna. Ha accompagnato il nostro lavoro Angelo Mirto tra gli ultimi superstiti della divisione Acqui, che ci ha donato i suoi ricordi.

MNEMOSYNE

Cefalonia - foto Massimiliano Lucci

Tessere un filo sottile per poi svilupparlo in una fittissima tela, questo deve fare un uomo della memoria.

Kefalonia è un luogo particolare della memoria storica, in cui lo spazio che pervade tutta l’isola è elemento di contrappunto con il massacro avvenuto qui nell’ultima guerra mondiale.

Ragionare tutti insieme su questi luoghi, in nome di una memoria non commemorativa, ma generativa, capace cioè di far rivivere stati d’animo, è esperienza indelebile nelle nostre coscienze.

La tela di trenta metri su cui tutti siamo intervenuti, e poi i lavori sulle sedie, ci hanno dato un momento concreto nel quale si è potuto dialogare apertamente con la gente di Kefalonia.

Su tutto quello che è la Grecia, su quello che è successo a Kefalonia, quando ho visto quell’umile sedia che Koula aveva portato, mi è apparso un grande trono.

Se ripenso a quei giorni più di ogni altra cosa mi riappaiono con chiarezza gli occhi di Koula, donna partigiana che aveva salvato degli uomini tenendoli nascosti in casa.

La bellezza di Koula mi ha disarmato, un volto in cui le rughe non lasciano nessuna traccia scomposta ma solchi.

Contro tutte le belle parole istituzionali, le commemorazioni vuote, si contrapponeva Koula con il suo silenzio, in quell’umile casa, in cui tutto era al suo posto, essenziale e vero, vivo; il suo sguardo che andava oltre, mi arrivava dentro come una grande fenditura.

La sua dignità di donna che non mostrava niente, ma che nella normalità di una vita aveva mosso una montagna, in silenzio, senza parole.

Una lenta e inesorabile rivoluzione è iniziata, senza armi ne urli, silenziosa come il volto di Koula, in cui la gente più umile fermerà questo inutile sipario che ci costringe a leggere la vita senza guardare lo spazio del palcoscenico, che non ha ne quinte ne fondali.

Mi chiedo ora chi ha fatto o chi farà giustizia di questa strage che in questa terra si avverte in ogni angolo, chi ridarà l’opportunità di vivere a queste vite.

La memoria è una tessitura di fili sottili che infastidiscono questa società che è senza memoria e senza spazio; vi è un’unica e grande giustizia, quella scritta dal sentimento.

Massimiliano Lucci 2003

Il Golfo di Argostoli - foto Massimiliano Lucci

La Mostra con le nostre opere, i ragazzi delle scuole che vengono a visitarla foto Massimiliano Lucci

L'esposizione foto Massimiliano Lucci

Il Direttore Artistico Francesca Pietracci mentre spiega ai ragazzi delle scuole di Cefalonia

io e il mio amico George De Canino

teatro centrale di Argostoli, il lavoro sulle sedie donateci dalla gente di Cefalonia sera del 22 settembre 2003 foto Massimiliano Lucci

Sulla sinistra la sedia di George De Canino, sulla destra la mia sedia foto Massimiliano Lucci

L’ARTISTA:

QUESTO NOME CI DICE TANTE COSE.

CON LE SUE OPERE, SENZA PARLARE, CI DICE COSÌ TANTO.

UNISCE TUTTI I POPOLI DEL PIANETA. NELLA SUA OPERA LEGGI LA GIOIA, LA RICCHEZZA, L’INFELICITA.

IL 10 SETTEMBRE MI TROVAVO NELL’UFFICIO DELLA RESISTENZA CON 2-3 EX PARTIGIANI, QUANDO É ENTRATA UNA BELLA RAGAZZA DI ORIGINE TEDESCA, SPOSATA CON UN CONOSCIUTO COMMERCIANTE DELLA CITTA’.

CI HA SALUTATO, SI É SEDUTA VICINO A NOI E CI HA DETTO CHE IN CITTÀ ERA ARRIVATO DALL‘ITALIA UN GRUPPO DI 52 ARTISTI CHE AVREBBERO ESPOSTO LE LORO OPERE AL TEATRO DI ARGOSTOLI.

CI HA CHIESTO UNA VECCHIA SEDIA DI PAGLIA DA DARE AGLI ARTISTI PERCHE’ LA TRASFORMASSERO.

LE HO RISPOSTO DI VENIRE A PRENDERLA DA CASA A QUALSIASI ORA.

DOPO POCO, A CASA, MI CHIAMA AL TELEFONO UNA VOCE CONOSCIUTA CHE MI DICE: “SONO FRANCESCA E VENGO A PRENDERE LA SEDIA”. ERO COSÌ CONTENTA CHE SONO USCITA NEL CORTILE AD ASPÈTTARLA, CON GRANDE GIOIA.

FRANCESCA PURTROPPO AVEVA MOLTA FRETTA, HA PRESO LA SEDIA E SE NE É ANDATA IL GIORNO DOPO AL TEATRO C’ERA TANTA GENTE E LA MOSTRA ERA QUALCOSA DI SPECIALE. GLI ARTISTI ERANO DI RARA BRAVURA LA GENTE HA APPLAUDITO PER MOLTO TEMPO.

DOPO DUE GIORNI SONO VENUTI E A CASA DUE RAGAZZE E DUE RAGAZZI CON LA SEDIA ORNATA DA UN TELO BIANCO CON BELLISSIME PITTURE. L’ARTISTA CHE L’AVEVA DIPINTA, UN BEL GIOVANE SOMIGLIANTE A UN ANGELO, CHE HO GUARDATO CON AMMIRAZIONE, SI CHIAMA “MASSIMILIANO”. C’ERA ANCHE FRANCESCA. NEL MOMENTO IN CUI L’HO VISTA LI’ SEDUTA, MI SONO RICORDATA DI LEI. L’AVEVO CONOSCIUTA NEGLI ANNI 80, LAVORAVA CON LA TOMPSON E LE AVEVO FITTATO LA MIA CASA. ERA UNA BELLA RAGAZZA SNELLA E GENTILE.

ADESSO LA SEDIA É IN SUO ONORE.

CHE COINCIDENZA!.

ABBIAMO PIANTO INSIEME.

FRANCESCA ADESSO É SPOSATA CON DIMITRI. HANNO COSTRUITO UNA VILLA. VICINO AL MARE. É FELICE LA BACIO.

VASILIKI ALISSANDRATU

Consegna della sedia alla proprietaria, Francesca, Massimiliano Lucci, Vasiliki Alissandratu (Koula) foto Massimiliano Lucci

Io e Koula

Koula sul trono davanti il suo uscio foto Massimiliano Lucci

tela in posizione sulla piazza di Argostoli foto Massimiliano Lucci

esecuzione della tela 23 settembre 2003 foto Massimiliano Lucci

tela eseguita 23 settembre 2003 foto Massimiliano Lucci

"Koula" sanguigna e oro su tela Massimiliano Lucci

Argostoli "Museo divisione Acqui" foto Massimiliano Lucci

Angelo Mirto dentro il museo foto Massimiliano Lucci

Questa corteccia strappata dall’albero di olivo che aveva visto fucilati gli italiani, mi ha colpito per la cruenta realtà e per la dolorosa assonanza con i buchi di Lucio Fontana.

pezzo di corteccia "spaziale" foto Massimiliano Lucci

Angelo Mirto davanti ai ruderi del comando italiano foto Massimiliano Lucci

 

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